«... Il nostro Conservatorio ha ospitato una persona che vorrei definire dirompente: i sintomi della sua stra-ordinarietà sono stati inequivocabili!
Avete presente quando si apre una breccia luminosa nel recinto di mediocrità in cui abitualmente si muove l'essere umano, e di colpo si comprende di aver dato troppo adito al più miope degli atteggiamenti, che è quello di accontentarsi? Bene, questo è ciò che è accaduto a me e ai colleghi che hanno preso parte al corso di Pedagogia dell'ascolto tenuto dal prof. Carlo Frascà. Un uomo dagli occhietti brillanti e dalla vitalità contagiosa, che in una manciata di ore ha aperto innumerevoli finestre sul magico mondo della bioenergetica e della bioacustica. Sì, perchè la vera scienza, quella onesta, è magica.
Carlo Frascà ci ha ricordato la necessità impellente di riscoprire le verità che giacciono all'interno di noi stessi, in genere oppresse da una coltre di intellettualizzazioni erronee. Ci ha invitato a detronizzare, dunque, la mente e la sua ignoranza egotica, per poter istituire una comunicazione ben più semplice ma molto più saggia, con il nostro essere e con il suo primigenio linguaggio, che è quello dell'energia.
Noi musicisti, noi che siamo artigiani di una materia che è anzitutto energia, cioè il suono, dovremmo sempre aver presente tutto questo. È solo così che la nostra arte troverà il miglior canale per arrivare dritta al cuore di chi ci ascolta, è solo così che acquisirà un valore terapeutico e renderà noi e gli altri un po' più felici.
Fine del piccolo riassunto di un grande momento di crescita. Grazie al prof. Frascà e grazie anche al nostro insostituibile prof. Romano, che ha creduto in questo corso e in noi che vi abbiamo preso parte».Emanuela Zucchi
Studentessa di Pianoforte e Composizione