La registrazione dell'opera è disponibile su Youtube cliccando sull'immagine.Il 21 ottobre scorso al Gran Teatro "La Fenice"-Sale Apollinee di Venezia è stata eseguita in prima assoluta la composizione di Mario Guido Scappucci "Lieder ohne Worte" per flauto, violino, clarinetto, violoncello e pianoforte. Il lavoro è stato commissionato ed eseguito dall'Ex Novo Ensemble.

Il "Gradiente Stilistico", cifra originale e distintiva della musica di Mario Guido Scappucci, nostro docente titolare di Composizione, supera le labilità dell'eclettismo postmoderno e propone una nuova coerenza espressiva con una scrittura raffinata e straordinariamente comunicativa, sensibile ai valori estetici del mèlos e capace di "parlare" con nitida intimità alle più profonde e nobili pieghe dell'anima.

F.R.

 

«Per molti anni ho lavorato affinché lo stile Postmoderno, dal quale ero pur partito alla fine degli anni '80, fosse superato - senza dovervi rinunciare del tutto - in favore di una nuova coerenza.
Fu così che le partiture della prima metà degli anni '90 si caratterizzarono soprattutto per una ricerca di costanti rapporti tra stili musicali diversi, che entrassero in relazione reciproca attraverso quelle che avevo chiamato
"modulazioni stilistiche". Questa nuova concezione compositiva si è andata evolvendo verso una sempre più coerente omogeneizzazione dei materiali musicali più diversi. Nacquero così una serie di lavori, basati su
diverse sintassi provenienti da aree stilistiche assai differenti e che alternavano gesti musicali tardo romantici, impressionistici e espressionistici con il jazz e le nuove concezioni ritmiche, derivate dallo strutturalismo.
Da allora questa modalità di composizione si è ulteriormente sviluppata e rafforzata, dando origine a quella concezione stilistica che ho chiamato, in omaggio ad Hindemith, "Gradiente Stilistico". Questo concetto, per me, rappresenta la possibilità di valutare esteticamente tutto il mondo sonoro contemporaneo così eterogeneo, non come mera compresenza
contingente di materiali diversi - concezione questa già definita dal Postmoderno -, ma come possibilità di un nuovo linguaggio che si riallacci alla tradizione e la renda attuale. L'elemento, che più di ogni altro si pone come agente omogeneizzante, è la melodia. Una ritrovata cantabilità è la forza gravitazionale attorno alla quale i materiali più disparati accettano di fondersi gli uni negli altri. In fondo la mia concezione musicale si esprime soprattutto in un canto ritrovato, un canto oltre il silenzio. Il silenzio, appunto, l'ultimo, straordinario e più prezioso anello della sperimentazione avanguardistica». (M. G. Scappucci)